Sulla via di… del Legno
La realizzazione del primo Presepe inanimato, secondo alcuni studiosi, si ebbe già nel III secolo, per opera di papa Liberio (352- 355). Costui, infatti, fece erigere a Roma, nella basilica detta “Santa Maria ad praesepe” una “tettoia” in legno retta da tronchi d’albero, quasi lo schema necessario di una stalla, che era posta davanti ad un altare presso il quale, proprio la notte del 24 dicembre d’ogni anno era celebrata la Messa solenne di Natale. Altre “tettoie” furono erette in altre chiese a Roma (a Santa Maria in Trastevere), a Napoli (nella Chiesa di Santa Maria della Rotonda), e certamente in altre chiese di altre città. In seguito papa Gregorio II ( 731-734) fece sistemare sotto la “tettoia” della chiesa di Santa Maria Maggiore una statua d’oro della Madonna con il Bambinello e che anche in altre chiese furono collocati sotto tali “tettoie” pitture o statue che ricordavano il sacro evento.
Secondo altri è avvenuta nel 1025, con l’esposizione d’alcune statue in legno rappresentative della scena della nascita di Gesù, nella chiesa di Santa Maria del Presepe a Napoli.
Non si ha traccia documentata di tali affermazioni. Ma di sicuro il legno fu tra i primi materiali che ebbe l’onore, in virtù della sua povertà, di rappresentare la Santa Natività in cui la ricchezza della Natura Divina si intreccia con la povertà della nostra natura umana.
I presepi ant ij such P01
“I presepi ant ij such” è la forma linguistica in piemontese dell’equivalente italiano “I presepi nei ceppi”
Come in tutte le lingue e dialetti alcune parole o espressioni perdono significato e sfumature quando vengono tradotte in altre parlate..
Il “such” ( il suono “u” è quello della u francese e il “ch” è duro) in questo caso è ciò che rimane dell’albero una volta tagliato.
E’ quel misto di tronco e la parte delle radici ad esso immediatamente collegata.
Ma per divenire presepe il “such” deve trasformarsi, modificarsi.
I presepi ant ij such P02
“I presepi ant ij such” è la forma linguistica in piemontese dell’equivalente italiano “I presepi nei ceppi”
Come in tutte le lingue e dialetti alcune parole o espressioni perdono significato e sfumature quando vengono tradotte in altre parlate.
Il “such” ( il suono “u” è quello della u francese e il “ch” è duro) in questo caso è ciò che rimane dell’albero una volta tagliato.
E’ quel misto di tronco e la parte delle radici ad esso immediatamente collegata.
Ma per divenire presepe il “such” deve trasformarsi, modificarsi.
I presepi ant ij such P03
“I presepi ant ij such” è la forma linguistica in piemontese dell’equivalente italiano “I presepi nei ceppi”
Come in tutte le lingue e dialetti alcune parole o espressioni perdono significato e sfumature quando vengono tradotte in altre parlate.
Il “such” ( il suono “u” è quello della u francese e il “ch” è duro) in questo caso è ciò che rimane dell’albero una volta tagliato.
E’ quel misto di tronco e la parte delle radici ad esso immediatamente collegata.
Ma per divenire presepe il “such” deve trasformarsi, modificarsi.
I presepi ant ij such P04
“I presepi ant ij such” è la forma linguistica in piemontese dell’equivalente italiano “I presepi nei ceppi”
Come in tutte le lingue e dialetti alcune parole o espressioni perdono significato e sfumature quando vengono tradotte in altre parlate.
Il “such” ( il suono “u” è quello della u francese e il “ch” è duro) in questo caso è ciò che rimane dell’albero una volta tagliato.
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Ma per divenire presepe il “such” deve trasformarsi, modificarsi.
I presepi ant ij such P05
“I presepi ant ij such” è la forma linguistica in piemontese dell’equivalente italiano “I presepi nei ceppi”
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Il “such” ( il suono “u” è quello della u francese e il “ch” è duro) in questo caso è ciò che rimane dell’albero una volta tagliato.
E’ quel misto di tronco e la parte delle radici ad esso immediatamente collegata.
Ma per divenire presepe il “such” deve trasformarsi, modificarsi.